Pagine di Samba

Dopo l’alzabandiera, oggi, a SAMBA siamo tutti (grandi e piccini) in attesa che l’insegnante di musica accordi uno strumento stranissimo, che incuriosisce tutti fin dai suoi primi suoni: ma ci vorrà ancora un po’ di tempo e un po’ di pazienza.

Ecco allora che Romina raccoglie tutti i piccoli in cerchi concentrici, seduti per terra vicino alle tende, in un punto su cui ancora si allarga l’ombra degli alberi che ci hanno accompagnato in tutte queste mattinate di grande caldo.

I bambini si tengono a distanza, hanno imparato a stendere le braccia, a fare, come dicono gli insegnanti, gli “spaventapasseri”. Se si trovano troppo vicini in un cerchio, ne formano un altro un po’ più indietro.

Romina preannuncia che inganneremo l’attesa ascoltandola leggere un libro: sì, perché il bello dei libri è che non solo si possono leggere, ma si possono anche ascoltare.

Se i bambini risparmiano la fatica di decifrare le parole e pronunciarle bene, in compenso devono esercitare la loro attenzione. Ma perché questo funzioni, la lettura deve essere appassionante, accattivante, emozionante, per catturare appunto la loro attenzione. E non è facile per niente.

È una bellissima vista quella di questi cerchi di bambine e bambini che aspettano, in mezzo al verde, al sole, all’azzurro del cielo, che qualcuno conquisti la loro attenzione, con lo strumento più nobile e grande che ha l’essere umano, la parola: il più naturale, il più difficile, il più innocuo ed il più pericoloso, il più coinvolgente ed il più freddo, tutto allo stesso tempo. Dipende da come noi l’usiamo: dolce come il miele, tagliente come la spada.

Ascoltare significa anche assimilare, significa memorizzare, significa ritrovare le parole che abbiamo raccolto in noi, che a volte ci ritornano come da una lontanissima distanza, ripescate da un pensiero, da un sentimento, dalla volontà di esprimerci.

Romina è brava a leggere, spiegando anche le figure del libro, cosicché parole e immagini poco a poco ottengono l’attenzione dei bambini: non è come al computer, nemmeno come davanti alla televisione, tantomeno con i telefonini.

Perché lì le immagini ci vengono imposte, mentre qui i bambini sono liberi di formarsele da sé, per conto proprio, muoverle, allontanarle, metterle a fuoco, spostarle. Si mescolano al momento, alla luce della giornata, alla frescura dell’ombra, ai suoni delle foglie e degli uccellini.

Il racconto, la favola, la poesia creano qualcosa di diverso e di proprio in ciascuno di loro: prendono vita in ciascuno di loro e ognuno potrà farne quello che preferisce.

Così la lettura ci abitua alla libertà di scegliere, crea i nostri gusti, le nostre preferenze, che magari cambieranno nel tempo; si sommeranno le une alle altre, oppure si escluderanno fra loro. Quelle parole saranno magari l’inizio di una lunghissima catena di pensieri e di domande che ogni bambino comincerà a porsi, oppure svaniranno come una nebbia leggera, dimenticate – perché in quel momento non servivano, o non erano quelle adatte.

Lieve o profonda, la lettura ci dà momenti di comunione con noi stessi e con il mondo, ci mette al centro di un gomitolo di pensieri: ecco perché i bambini di Samba oggi sono in cerchio, perché questi gomitoli invisibili corrono e si rincorrono fra loro, si intrecciano, in silenzio, seguendo la voce ora serissima ora divertita della magica lettura di Samba.